Ho avuto il piacere di intervenire a Terra Madre nel corso del dibattito “Ripensare la Mensa”. Gli interlocutori hanno messo a confronto diversi modelli: quello americano, ceco, danese, giapponese e alcune sperimentazioni dei paesi africani. Il confronto è stato molto interessante e ricco di spunti. In tutti i racconti la sostenibilità del processo, insieme a quella legata alla produzione del cibo, è un obiettivo ormai imprescindibile.
Da questo incontro esco rafforzata nella convinzione che la mensa scolastica debba essere indubbiamente migliorata ma assolutamente mantenuta, e mantenuta per tutti.
Mentre altri paesi guardano al modello italiano come a una conquista, proprio perché le istituzioni garantiscono a chi non ha mezzi economici di avere un pranzo completo e a chi ha mezzi economici, ma non culturali di nutrire correttamente i bambini (ricordiamoci che il tasso di obesità infantile in Italia è in crescita) – noi stiamo mettendo in crisi questo modello.
Nel mio breve intervento di chiusura provo a fare alcune riflessioni generali, su quanto detto e su quanto sta accadendo qui da noi; credo che l’unica via per riuscire a mantenere e migliorare il nostro servizio possa avvenire solo attraverso il coinvolgimento – e il confronto costruttivo – di tutti gli attori: le famiglie, la scuola, le ditte di ristorazione, i produttori.
Carlin Petrin nel suo bellissimo discorso inaugurale di Terra Madre ha parlato di un bene che non viene mai citato che è il “bene di relazione”. Un bene, legato al cibo, che io personalmente ho iniziato ad apprezzare quando, sette anni fa, sono entrata a far parte di un gruppo di acquisto solidale (gas). Oggi dovremmo fermarci a riflettere su come ritrovare questo “bene di relazione” di fronte a un sistema che deve reggere numeri alti come il nostro che prevede 36.000 pasti al giorno nella scuola dell’obbligo.
Questa è la grande sfida da affrontare, una sfida che non si può affrontare divisi e non si può affrontare individualmente.
Venerdì 23 settembre ci siamo ritrovati a Cascina Falchera con le amministrazioni di Asti, Bra, Genova, Grugliasco e Parma per iniziare un confronto tra modelli di gestione della refezione scolastica. Questo primo appuntamento ha convinto tutti i soggetti coinvolti che questo tavolo di confronto debba essere permanente e allargato ad altre realtà locali d’Italia, proprio perché solo confrontandosi si può migliorare individuando punti di forza e debolezza di un sistema. Lo stesso bisogno di incontro è stato espresso ieri tra i soggetti internazionali coinvolti e con il supporto di Slow Food proveremo a dar vita anche a un confronto internazionale sul lungo periodo.