SETTIMANA 04
23– 29 marzo 2020
Questa settimana ingrano con la scuola e comincio a essere contenta di quello che sto facendo e di quello che ho imparato. Gli studenti sono entusiasti del contatto ritrovato e si sono lanciati nell’imparare a usare questi nuovi strumenti. Ormai ho imparato a usare youtube e a montare i video con iMovie.
Mi faccio una scaletta delle cose da fare, quando caricarle sul padlet, quando dare comunicazione via chat, o via coordinatori. Gli studenti cominciano a scrivermi molti messaggi privati, alcuni molto teneri. La scuola inizia a mancare come riferimento sicuro e gli scambi con studenti e studentesse si intensificano.
Anna e Arturo, a fasi alterne, mostrano segni di spaesamento. Spesso sono sopra le righe e litigano molto. Arturo inizia le lezioni on-line. E quello è un grande aiuto. È un appuntamento prezioso nella giornata, anche se lui sostiene di non capire molto degli argomenti spiegati in questa modalità, ma si vede che è contento di aver ritrovato un contatto con la sua classe e quando deve collegarsi è emozionato.
Anna invece ha solo compiti e comincia a essere indolente.
Decido di coinvolgerla nella preparazione del materiale didattico, riconsiderando tutte le regole che mi ero sempre data nella divisione tra la mia dimensione privata e quella pubblica.
Anna mi aiuta a fare i video e in alcuni passaggi parla e spiega cosa fare. Ci divertiamo e questo la aiuta a uscire un po’ dall’indolenza. Ho pensato al fatto che tutti stiamo vivendo una domesticità particolare e questo mescolare la dimensione privata e pubblica ci caratterizza tutti in questo periodo e mostrarla (cosa che non avrei mai fatto nella vita di prima!) mi da l’idea che potrebbe farci sentire più uniti.
L’ironia delle prime settimane svanisce, la situazione va precipitando e nessuno ha più tanta voglia di riderci su.
I numeri del Covid diventano nomi di persone e l’aggiornamento delle 18:00 della protezione civile diventa un appuntamento fisso.
Iniziano i primi articoli di riflessione su quanto sta accadendo nel mondo della scuola e io leggo tutto voracemente.